RENATO CASARO – L’Ultimo Cartellonista del Cinema – Treviso Roma Hollywood
Pubblicato
10 Giugno 2021
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6 minuti
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13 giugno 2021 – 9 gennaio 2022 (Museo Santa Caterina)
13 giugno – 1 maggio 2022 (Chiesa di Santa Margherita, Complesso di San Gaetano)
Treviso – Museo Nazionale Collezione Salce (Chiesa di Santa Margherita; Complesso di San Gaetano),
Museo Civico Santa Caterina
RENATO CASARO. L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood
Comunicato Stampa
Da Sergio Leone, ad Amadeus, all’Ultimo Imperatore: Treviso, in tre sedi, celebra con una grande mostra
Renato Casaro, il cartellonista che “firmò” i manifesti per i capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood.
A Treviso, con una grande mostra in tre diverse sedi cittadine – al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce,
che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita, al Complesso di San Gaetano, l’altra
sede del Museo, e al Museo Civico Santa Caterina, dal 13 giugno 2021– il Ministero della Cultura tramite la
Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto, rendono omaggio a
Renato Casaro (Treviso, 1935) considerato l’ultimo dei grandi cartellonisti del cinema.
Un’artista che ha saputo trasporre, disegnandola, l’anima di un film in un manifesto, il tutto mentre lo
stesso era ancora in lavorazione, potendo spesso contare solo su qualche fotografia di scena e su un
formidabile intuito comunicativo.
Ultimo protagonista di un’arte ormai scomparsa, Renato Casaro assurge a simbolo di quella scuola italiana
di cartellonisti del cinema, dove perizia tecnica, creatività, genio e istinto erano le garanzie e il valore
aggiunto per il successo di innumerevoli film nazionali e internazionali. Da Treviso a Roma a Hollywood –
attraversando con la sua arte la seconda metà del secolo scorso – Casaro ci lascia in eredità una mirabile
galleria di manifesti, testimonianza fondamentale per la storia del cinema. A curare la mostra sono Roberto
Festi ed Eugenio Manzato, con la collaborazione di Maurizio Baroni, tre specialisti del settore, che hanno
analizzato l’enorme archivio di Casaro (più di mille i manifesti e le locandine da lui realizzate), selezionando
testimonianze di un percorso artistico durato cinquant’anni.
Il sodalizio di Casaro con il cinema inizia quando, ancora ragazzo, crea le grandi sagome, pezzi unici dipinti a
mano, che venivano collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia di Treviso. A 19
anni, nel 1954, parte per Roma dove trova lavoro nello studio di Augusto Favalli e dove rimane per circa un
anno e mezzo imparando le tecniche e i “trucchi del mestiere”. “Criminali contro il mondo” (1955) è il suo
primo manifesto ufficiale. Nel 1957, sempre a Roma, apre uno studio a proprio nome.
Artigiano di genio, sin dagli esordi Casaro misura la sua arte con quanto Cinecittà e il cinema internazionale
andavano proponendo. Via via il suo stile conquista grandi registi e Hollywood: Jean-Jacques Annaud, Dario
Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass,
Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa-Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo
Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi,
John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone…
La mostra documenta 170 film e lo fa partendo dal “prodotto finito”, ovvero dai manifesti a due e quattro
fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Sono oltre un centinaio i pezzi selezionati e
restaurati per l’occasione, alcuni dei quali acquisiti per questa esposizione. I rari e introvabili fogli del
decennio 1955-1965, mai apparsi in una mostra, presentano un artista in rapida formazione che, grazie al
fertile ambiente romano – dove Cinecittà è in quegli anni una delle industrie più prolifiche – riesce a dare il
meglio di sé in ogni genere: storico, peplum, commedia, noir e il nascente e dirompente fenomeno del
“Western all’italiana”. Ed è sorprendente vedere accostati, nella grande “terrazza” del Santa Margherita,
Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in
America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore.
Strutturata con una progressione cronologica – ma con una scansione anche tematica che segnala i generi
più “frequentati” da Casaro – la mostra, sia nella sede di Santa Margherita che in quella di Santa Caterina,
accosta ai grandi e multicolori affissi, una selezionata serie di bozzetti studio e gli “originali” – l’opera finita
che serviva per stampare il manifesto – provenienti dall’archivio dell’artista e da importanti collezioni
pubbliche e private.
Questo permette di comprendere al meglio la crescita professionale e la cifra stilistica dell’artista ma anche
le innovazioni tecniche che Casaro adotta e sviluppa negli anni: dalla istintiva pennellata degli esordi, alle
composizioni in parte fotografiche degli anni Settanta, sino alle raffinate maquettes ad aerografo che lo
rendono celebre, in particolare nei ritratti degli attori protagonisti, tra gli anni Ottanta e Novanta, quando il
manifesto disegnato giunge al tramonto. Una perizia che gli vale la collaborazione con le maggiori case di
produzioni americane (Fox, United Artists, MGM, Columbia).
Nelle tre sedi della mostra è presente un inedito video, prodotto da FilmWork che, per flash, mostra al
pubblico trailer e spezzoni di film dei quali Casaro ha curato il corredo iconografico e alcune sue riflessioni
su un’invidiabile e per per certi versi unica carriera professionale.
Nella sede del Museo Civico Santa Caterina si sviluppa la sezione “Treviso, Roma, Hollywood”, una
carrellata di opere che si abbinano e si completano con quelle presentate, con il titolo “L’ultimo
cartellonista”, nella innovativa sede di Santa Margherita dove è stata allestita anche una sezione didattica e
dove i visitatori più giovani potranno, in totale autonomia, creare un loro manifesto di cinema. E ancora,
una sezione dedicata agli ipovedenti con la riproduzione tridimensionale del celebre affisso “Il tè nel
deserto”.
Una terza sezione, dal titolo “Dall’idea al manifesto”, è allestita negli spazi del complesso di San Gaetano.
Qui il pubblico può scoprire l’intera filiera per la creazione di un manifesto: dai contatti con le case di
produzione o di distribuzione ai primi schizzi a matita; dal bozzetto di prova – spesso con le varianti
richieste, o imposte, dalla committenza – a quello esecutivo, sino allo studio per l’inserimento del lettering
(un tempo manuale, in seguito fotomeccanico) e alla stampa. Sei film simbolo di Casaro raccontano, con
una forte valenza didattica, tutto il mondo tecnico e artistico che sta dietro la creazione di un manifesto.
Gli oltre trecento pezzi presentati nelle tre esposizioni sono pubblicati nel prestigioso volume realizzato per
questa mostra da Grafiche Antiga (pp. 412 in edizione monolingue italiana e inglese) e curato da Roberto
Festi che riporta – oltre a tutte le opere presenti in mostra – testi critici e di approfondimento, immagini
d’epoca, fotografie di scena e un primo analitico repertorio delle sue opere.
Info: Collezione Salce – MiBAC T www.collezionesalce.beniculturali.it
Musei Civici di Treviso www.museicivicitreviso.it
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo: tel. 049.663499 mail: gestione2@studioesseci.net
(Simone Raddi)

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