Il pianoforte trascendentale tra Mito e Leggenda, tra Amore e Morte recita di Giovanni Bellucci Pianoforte – Sabato 20 aprile ore 18 Chiesa S. Teonisto di Treviso
Pubblicato
17 Aprile 2024
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Con un recital pianistico di Giovanni Bellucci, grande protagonista della scena musicale contemporanea, considerato uno dei più autorevoli pianisti del nostro tempo, prosegue, sabato 20 aprile 2024 alle ore la rassegna Landscapes, il ricco calendario di eventi di musica, teatro, danza e incontri organizzato fra febbraio e giugno 2024 dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e dall’associazione almamusica433, con la direzione artistica di Stefano Trevisi e con la vicinanza e il sostegno di Fondazione CMB, alleato strategico nella proposta di attività culturali per la città di Treviso.

«Nel recital Il pianoforte trascendentale, tra Mito e Leggenda, tra Amore e Morte, Giovanni Bellucci proporrà un percorso, un viaggio nelle profondità della scrittura pianistica, da cui emergerà forte e intensa la narrazione di un percorso di redenzione» racconta Stefano Trevisi. «L’apertura è affidata alle Fantasia e Fuga sul nome di B-A-C-H di Franz Liszt, quasi un prologo a questo viaggio dedicato a degli archetipi, a cui segue la Leggenda n.2: San Francesco di Paola che cammina sulle onde. E sarà l’amore puro e assoluto di Tristano e Isotta, divenuto paradigma e mito, che, rinato dalle pagine di Richard Wagner, ci introdurrà alla conclusione della prima parte del recital, interamente dedicata a Liszt e alla sua lectura Dantis.

Nella seconda parte Giovanni Bellucci sarà concentrato nell’esecuzione di uno dei grandi capolavori assoluti della letteratura pianistica: la Sonata per pianoforte n.29 op.106, scritta da Ludwig van Beethoven tra il 1817 e il 1819. Una pagina complessa e articolata, dai cui continui sviluppi e creazioni emerge forte la tensione compositiva e creativa di un Beethoven che raccoglie in essa tutto il suo pensiero, non solo musicale. La Fuga conclusiva ci riaggancia idealmente, ma non solo, alla Fantasia che apre il programma. Bellucci chiude il cerchio di un pensiero ampio e profondo; pensiero che, rafforzato dalla capacità di tenere collegato un repertorio all’apparenza molto distante, in realtà apre a nuove comprensioni e riflessioni non costrette in una visione concettuale che le contraddirebbe».