Dal Carnevale con le mascherine al Carnevale con le maschere. Se tre anni fa il corteo del martedì grasso fu il primo evento cancellato causa pandemia, stavolta Treviso celebra la rinascita post-Covid. La città si riappropria di un rito, ci sono bambini che mai avevano assistito a un corteo carnevalesco o che hanno ricordi confusi della precedente edizione datata 2019. Diciannove fra carri e gruppi, la regia di Carnevali di Marca, il divertimento spalmato fra viale Burchiellati e Borgo Cavour, fra viale D’Alviano e piazza Duomo. Il sindaco Mario Conte, giubbino del Benetton rugby e mascherina gialla fra i capelli, lancia coriandoli. In testa al corteo fa capolino la novità della Fontana delle tette, rivisitazione firmata dal Gruppo Alpini. «La Fontana fu creata per testimoniare la fine della carestia, ora rappresenta la fine della pandemia», il messaggio di Conte. Dall’ex presidente Trump agli immancabili cowboy. La sfilata la chiude lui, mentre parecchi si fermano al ristoro, fra tè caldo e dolci, preparato in via Battisti dal gruppo Energia e movimento, scuola di danza di Nervesa. La festa del martedì grasso si era aperta, in mattinata, con la consegna delle chiavi della città a Re e Regina Carnevale. Mancava da 15 anni ed è stato riproposto nel ricordo di Crespan, fondatore del Gruppo folkloristico trevigiano scomparso nel 2021.
Un Carnevale quello di quest’anno che è stato un po’ di tutti, grandi e piccini, egualmente felici di ritrovare finalmente la tanto agognata normalità, anche nelle grandi cose, come questa bellissima festa.
Ventuno i carri che, partiti da Piazzale Burchiellati, sono passati per le strade trevigiane in una tempesta di coriandoli e stelle filanti, 19 dei quali hanno partecipato alla competizione che ha visto come vincitore il carro tutto trevigiano dedicato al Re Leone, incoronato in Piazza Duomo. «Abbiamo scelto il Re Leone perché è un simbolo che ci dà la speranza di andare avanti anche nei momenti difficili – spiega Enrico Tesser, presidente della Pro Loco Sant’Angelo che ha vestito i panni di Mufasa – e con questo tema che abbiamo scelto vogliamo far vedere a tutti che non bisogna mai mollare». Treviso ci crede e lo fa sentire gran voce, festeggiando con gioia insieme ai 90 volontari figurati della Pro Loco San’Angelo.
«È una vecchia tradizione che non si festeggiava da almeno 15 anni – spiega Marco Spricigo, segretario del Gruppo Flokloristico Trevigiano – che abbiamo deciso di riproporre per ricordare, Franco Crespan, il fondatore di questa bella tradizione». «Tempo fa, per la fine della carestia la fontana delle tette era stata trasportata in sfilata come simbolo di ritorno alla vita e in questa occasione l’abbiamo fatta sfilare per festeggiare finalmente la fine della pandemia».