In seimila al Bailo per Antonio Carlini «e adesso Martini: sarà un grande evento»
Pubblicato
10 Marzo 2023
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Si è conclusa la mostra “Antonio Carlini. Il maestro di Arturo Martini” al Museo Bailo, dedicata ad uno dei protagonisti della scena culturale trevigiana tra fine Ottocento e inizio Novecento. Il direttore dei Musei Civici Fabrizio Malachin abbozza un bilancio di questa esposizione: «Va detto subito che questa mostra che ambiva a bissare il successo di “Canova. Gloria trevigiana” e i suoi oltre 50 mila visitatori, ma siamo più che soddisfatti dei circa 6 mila biglietti staccati per Carlini, con una media di circa 600 visitatori a settimana. Siamo soddisfatti di aver offerto alla città una bella occasione per conoscere e riconoscere la grandezza di Carlini, ma anche per aver ricordato, prima della mostra su Martini, che nella Marca, dopo Canova, l’arte della scultura non è stata dimenticata: lo stupore e la gratitudine che molti visitatori ci hanno comunicato è il più bel successo. Inoltre, oltre a tutti i restauri e le attribuzioni già esposte in mostra, abbiamo scoperto recentemente una nuova opera di Carlini, un medaglione probabilmente realizzato nel 1922 con l’effige di Canova che non è stato possibile portare in mostra, ma di cui ho scritto nell’ultimo numero del bollettino dei Musei Civici. E anche in questo la mostra ha centrato i suoi principali bersagli: studio, scoperta, valorizzazione». Da domani il Museo Bailo sarà chiuso fino al 31 marzo, giorno d’inaugurazione dell’attesissima grande mostra “Arturo Martini. I capolavori”. E Malachin – co-curatore con Eleonora Drago della mostra su Carlini e con Nico Stringa dell’imminente mostra martiniana – precisa: «È importante spiegare al pubblico che se sarà una chiusura piuttosto lunga sarà, per noi, un tempo ristretto per l’allestimento, ampio e complesso, della mostra su Martini. Arriveranno ben 270 opere tra cui alcune molto grandi, sia per dimensione sia per valore artistico, che creeranno nel corridoio d’ingresso un autentico “colpo di teatro” e grandi emozioni lungo il percorso. Come riferimento abbiamo la grande mostra di Giuseppe Mazzotti e Carlo Scarpa del 1967 ed è certo un ambizioso confronto, ma vorremmo diventasse, oltre ad una memorabile occasione di studio e di meraviglia, anche un motivo d’orgoglio della città nel riconoscere come proprio questo straordinario artista. Sento già questo orgoglio in tutto lo staff museale che si sta generosamente impegnando per questo. Spero di avvertirlo anche in tutti i trevigiani.